Il metodo operativo standardizzato per la valutazione dei rischi.
La qualità dell’aria indoor resta una tra le problematiche più trascurate e meno approfondite rispetto ad altre rientranti nell’ambito della sicurezza sul lavoro. Fatto alquanto strano perché è risaputo che una migliore qualità dell’aria presenta un impatto positivo sulla salute.
Il metodo operativo A.R.I.A. è stato studiato e realizzato in collaborazione con l’Università di Udine al fine di standardizzare le procedure per la Valutazione dei Rischi degli impianti di climatizzazione come richiesto dal Dlgs 81/2008 alleg IV.
A.R.I.A. «Assegnazione Rischi Impianti Aeraulici»
L’acronimo A.R.I.A. significa «Assegnazione Rischi Impianti Aeraulici». Si tratta di uno strumento innovativo in grado di dimensionare il livello di rischio potenziale dell’impianto e di evidenziarne la relativa priorità d’intervento da un lato, e di indicare le modalità d’intervento dall’altro.
Scopo principale: limitare al massimo il grado di soggettività del valutatore.
La nuova valutazione dei rischi Metodo Operativo A.R.I.A. si struttura in tre diversi livelli di indagine, che sono l’ispezione preliminare, l’ispezione visiva e l’ispezione tecnica. Vediamole nel dettaglio.
ISPEZIONE PRELIMINARE
In questa prima fase si acquisiscono dati e informazioni di base sull’edificio legate al layout impiantistico e al contesto in cui si trova installato l’impianto; la finalità è quella di verificare lo stato delle varie componenti dell’impianto attraverso il controllo della loro condizione igienica e della loro funzionalità. Il D.Lgs. n. 81/2008, all’art. 64, obbliga il datore di lavoro a provvedere affinché l’impianto venga effettivamente sottoposto a una regolare manutenzione e pulitura.
ISPEZIONE VISIVA
La finalità è quella di verificare lo stato delle varie componenti dell’impianto attraverso il controllo visivo del loro stato igienico e della loro funzionalità. Il controllo deve essere svolto da personale qualificato e prevede una periodicità. Gli esiti dell’ispezione vanno raccolti nell’apposita checklist che, unita al registro degli interventi sull’impianto, rappresenta uno strumento che consente di valutarne nel tempo lo stato igienico.
Alcune delle voci presenti:
- filtri in buono stato, sufficientemente puliti e privi di contaminazione fungine
- sporco o calcare sulla vasca di recupero dell’acqua
- incrostazioni, sedimenti sulle torri evaporative
- polveri, detriti e muffe nelle condotte
Completata l’ispezione visiva, nel caso in cui i requisiti igienici risultino rispettati, si registra l’attività e si programma l’ispezione seguente. Ma qualora non fosse chiaro quale azione correttiva attuare, occorrerà eseguire una verifica più approfondita, tramite quella che viene chiamata ispezione tecnica.
ISPEZIONE TECNICO – IGIENICA
In questa ultima fase si utilizzano strumenti di misura e acquisizione dati per consentire un’analisi approfondita dell’impianto. Oggetto di questa ispezione sono:
- i filtri
- le batterie di scambio termico
- la torre evaporativa
- le serrande
- le condotte
Come indicato nell’Accordo Stato-Regioni del 2013, a livello dell’UTA vanno valutate le differenze di portata a monte e a valle dei corpi filtranti, per escludere intasamenti. Vanno poi eseguiti dei campionamenti nel caso in cui sia presente dell’acqua nella sezione di umidificazione. Nelle condotte dell’aria si devono effettuare dei campionamenti gravimetrici per valutare se le condizioni igieniche rientrano nei limiti di accettabilità forniti da linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva degli impianti aeraulici.
Al termine dell’ispezione tecnica, i risultati vanno riportati nell’apposito rapporto, da allegare al registro degli interventi di manutenzione. Eventuali non conformità o anomalie riscontrate durante l’ispezione tecnica, anche ai sensi dell’art. 64 del D.Lgs. n. 81/2008, devono essere indagate e rimosse.
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