Protocollo secondo la circolare del Ministero della Salute, l’adempimento è da considerare inderogabile nel caso di positività conclamata al coronavirus.
Tenendo in considerazione che la sanificazione ambientale e degli impianti è fondamentale per la salute delle persone (Coronavirus o meno) e anche un obbligo di legge, in un momento storico come questo non possiamo assolutamente venir meno ai nostri doveri.
Sanificazione studi e aziende
Negli studi e nelle aziende, nel caso di positività al COVID-19, il protocollo d’intesa 14.03.2020 tra Governo e sindacati prevede una serie di misure straordinarie:
- il punto 4 del protocollo prevede che l’azienda assicuri la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica di locali, ambienti, postazioni di lavoro e aree comuni. Il Ministero della Salute (circolare 22.02,2020, n. 5443) ha precisato le regole per la decontaminazione dei locali dove hanno soggiornato casi confermati di COVID-19.
- Conseguenze – Per l’azienda o studio professionale che hanno proseguito l’attività, è quindi obbligatorio procedere alla “sanificazione periodica”; l’inosservanza di tale obbligo potrebbe comportare la rivalsa dell’Inail e gravi conseguenze legali nel caso di conseguenze per la salute dei lavoratori.
- Sanificazione – La circolare del Ministero della Salute n. 5443/2020 prevede unicamente il caso di pulizia (non viene utilizzato il termine “sanificazione”) di ambienti non sanitari dove abbiano soggiornato casi confermati di COVID-19; tali operazioni devono essere eseguite nel rispetto dei protocolli (mascherine FFP2 o FFP3, camice monouso, svestizione, smaltimento dei DPI monouso come materiale potenzialmente infetto, ecc.).
- Credito d’imposta – Per le spese di sanificazione è riconosciuto un credito di imposta pari al 50% delle spese stesse, con un massimo di € 20.000 per impresa/studio, attingendo dallo stanziamento di € 50 milioni previsto dall’art. 64, D.L. 18/2020.
- Cassa integrazione – La particolare rilevanza della procedura di sanificazione legittima la richiesta di ammortizzatori sociali, per espressa previsione del DPCM 11.03.2020: per esempio, l’azienda potrà decidere di procedere alla sanificazione, oltre che all’esito della presenza di un caso confermato di COVID19, tutti i venerdì o una volta al mese; per quella giornata è possibile richiedere la cassa integrazione, sospendendo (in tutto o in parte) l’attività produttiva.
Ogni quanto devo sanificare?
Permetteteci una piccola nota sarcastica: è servita la pandemia del coronavirus per far rispettare la legge sulle sanificazioni.
In realtà le misure correttive di sanificazione sono ben definite dalle Linee Guida del 2006 (Linee Guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione). Sanificando gli impianti l’aria è più sana e pulita.
Quindi, per tornare alla domanda iniziale:
la sanificazione va fatta almeno ogni 3 mesi.
Per averne la certezza matematica, la Valutazione dei rischi è lo strumento migliore per capire come procedere e per effettuare un piano di manutenzione programmata.
Miglioriamo l’aria che respiri!